A proposito della nuova edizione de Le Invasioni barbariche mi trovo piuttosto in disaccordo rispetto all'opinione espressa oggi sul Corriere da Aldo Grasso. A mio parere il programma nella sua nuova formula non funziona non tanto perché la presentatrice si senta ormai troppo scrittrice nè perché sia stata troppo morbida in alcune sue interviste. Il format non funziona per un motivo semplice: Daria Bignardi non è più una brava intervistatrice. Il suo approccio all'ospite appare sempre sbagliato; talvolta troppo morbido e accondiscendente, talvolta troppo distaccato e duro sembra non trovare mai una propria cifra stilistica. Con i tre giudici di Masterchef si fa prevaricare dalle domande incalzanti di Bastianich col quale praticamente inverte i ruoli; con Renzi ripete per 5 volte la stessa domanda formulandola in modo diverso senza ottenere la risposta che voleva dando così l'impressione di avere una scaletta molto rigida e di non sapere come andare avanti se le risposte che arrivano non sono quelle attese. Ma il peggio di sè, a mio parere, lo dà nell'intervista a Tiziano Ferro. Alle prime domande sulla sua storia d'amore finita sembrava Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre uomini e una gamba, quando insiste con Marina Massironi per sapere se è il suo fidanzato che l'ha lasciata; ci mancava che gli chiedesse se l'aveva tradito col suo migliore amico! Mette in difficoltà l'intervistato andando a scavare eccessivamente in fatti del tutto privati dei quali tra l'altro non ce ne importava proprio nulla. A un certo punto è proprio Ferro che le dice "basta con questo gioco al massacro".
Insomma credo che per imparare a fare bene le interviste Daria Bignardi dovrebbe guardare ai grandi del passato come Enzo Biagi, oppure ai mostri sacri dell'intervista ironica come David Letterman e al di là di tutto cercare di dare al programma una cifra stilistica un po' più precisa e meno ondivaga.