lunedì 6 giugno 2011

The tree of life, che noia!

Il film di Terrence Malick, vincitore a Cannes 2011, delude le attese degli spettatori e si rivela per essere un'opera decisamente poco comprensibile.
In sostanza il regista si produce in riflessioni filosofico-religiose che poco hanno a che fare con la forma "cinema". Il tentativo è quello di mettere in parallelo l'universale e il particolare, ovvero la storia dell'universo e la storia di una famiglia qualsiasi. Il progetto si rivela sterile poiché depotenziato in ogni suo aspetto narrativo ed emotivo. Le lunghe e noiose inquadrature dei movimenti dei pianeti e del sole e degli eventi naturali della Terra perdono il loro fascino visivo scadendo troppo spesso in ambito documentaristico televisivo (stile National Geographic) e interrompendo per tempi troppo lunghi la storia interpetata da Brad Pitt. I conflitti famigliari diventano così poco coinvolgenti per lo spettatore che, tra uno sbadiglio e l'altro, continua a chiedersi quando finirà il primo documentario sulla storia dell'Universo spacciato per film narrativo e addirittura premiato con la Palma d'Oro.